Ecco almeno 5 motivi…
Il miglior sentiero
Se avete letto il libro di Robert Macfarlane “Le antiche vie”, avrete certo conosciuto la storia della Broomway, uno dei sentieri più pericolosi d’Inghilterra perché è sulla battigia del Mare del Nord e scompare con l’alta marea. Ma se non volete rischiare di essere intrappolati dall’influenza lunare sull’oceano camminate allora sulla Pilgrim Way che collega la terraferma con Holy Island, la piccola isola sulle coste del Northumberland dominata dal castello e dalla chiesa di Lindsfarne. Qui potete camminare anche a piedi scalzi per circa quattro chilometri sulla soffice sabbia, seguendo i pali piantati a distanza regolare e in linea retta su quella che era la vecchia strada seguita dai pellegrini medievali e quelli moderni, fino a qualche decennio fa, quando fu costruita la strada su di un alto terrapieno. Se studiate bene le tabelle della marea avrete tutto il tempo per andare e tornare su questo suggestivo sentiero in mezzo al mare e se proprio siete imprevidenti, ci sono due altane lungo il percorso su cui rifugiarsi e sfuggire all’avanzare del mare.
La miglior emozione
La mattina iniziamo a camminare nella nebbia, ma è un buon segno, la giornata sarà bella, serena e senza vento. Quando raggiungiamo il primo tratto del Vallo di Adriano presso Gilsland, quello che rimane della famosa barriera che per secoli separò la “civiltà” dai “barbari”, è un muretto altro poco più di mezzo metro e largo uno, praticamente riesumato e tirato su nel secolo scorso. Ma non importa quanto sia alto, né che sia vero o ricostruito; il suo tracciato sinuoso, che inizia a seguire il bordo delle colline di Henshaw, che precipitano a picco sul versante nord, sono il “confine”, il margine di un mondo, che si affaccia su una natura che sembra ancora una terra incognita, distesa all’infinito di prati e boschi, quasi senza traccia umana. Tra le pietre di quel che resta di una torre di guardia, il vento sembra porti ancora i sospiri di una sentinella, che guarda a nord in un attesa senza fine, che arrivino i “pitti” coperti di blu.
l miglior piatto
Per anni la Gran Bretagna è sempre stato uno di quei paesi in cui l’aspetto gastronomico non figurava tra le principali caratteristiche, magari famosa per la birra o per il whisky, altrimenti c’era solo l’imbarazzo tra fish and chips e pies. Invece da un po’ di tempo, complici anche i tanti ristoranti con cucine di tutto il mondo presenti anche in ogni piccola città inglese, anche l’offerta dei più semplici pub si dimostra all’altezza delle aspettative per una bella e saporita cena. Personalmente nei miei ultimi viaggi ho sempre mangiato bene, ma se devo ricordarmi un piatto speciale, ancora oggi insuperato nei miei ricordi, è la grande pentola di cozze, con un ancora più meraviglioso sughetto con la panna – lo so, qui i puristi storceranno il naso! – gustato in un pub specializzato in pesce al porto di Edimburgo; Leith. Ci tornerò!
Il miglior panorama
E’ il fascino di tutti i luoghi ai margini del mondo. Come a Finisterre, a Santa Maria di Leuca, a Capo Nord e in tanti altri posti, anche qui, a Bardsey Island, il panorama offre solo mare e cielo all’orizzonte. Da qui, l’Irlanda non è poi così lontana e guardando indietro, l’ultimo lembo di costa del Galles sembra a portata di mano, ma l’idea di solitudine e di luogo remoto rimane inalterata. Sarà per gioco delle correnti che qui fa sembrare il mare simile a un fiume che scorre a vista d’occhio o perché in tempi antichi, attorno all’anno mille, un vescovo proclamò che arrivare fin qui tre volte corrispondeva a fare un viaggio fino a Gerusalemme, ma c’è davvero qualcosa di mistico in questi pochi ettari spazzati dal vento che un tempo ospitavano una nutrita colonia di esseri umani, con addirittura un, mentre oggi solo poche famiglie ci vivono tutto l’anno, in compagnia di migliaia di uccelli e di centinaia di foche.
La miglior storia
In Inghilterra può anche succedere di scendere da un bus degli anni 2000 e trovarsi di fronte a una stazione del 1800, gremita di gente in costume dello stesso periodo, mentre una nuvola di fumo seguita da un fischio penetrante, annuncia la prossima partenza di un treno a vapore. Siamo capitati a Porthamdog proprio nel fine settimana di rievocazione del periodo vittoriano, quando questa cittadina, ora pacifico centro turistico, era una città industriale in piena attività, grazie alle sue vicine cave di ardesia che veniva esportato in tutto l’arcipelago britannico. Il gusto della rievocazione coinvolge tutti e sembra davvero di essere piombati in un romanzo di Dickens, con persino donne e ragazzi che sembrano usciti dagli slums londinesi, con abiti logori e sporchi di carbone. Una famiglia intera, padre in marsina, moglie con ampia sottana di trine, figlio e figlia in abiti adeguati, sembra appena piombata qui, per un disguido temporale, direttamente dalla Londra di Conan Doyle; peccato che stiano mangiando, da una confezione di polistirolo, delle porzioni di burritos!
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